Il settore IT aumenta il suo valore nel momento in cui è in grado di assicurare una equa rappresentanza della forza lavoro all’interno delle aziende.
A confermarlo è il report Women in Tech di Kaspersky che attraverso due ricerche, condotte rispettivamente nel 2018 e nel 2020, ha messo in evidenza la percezione che le donne hanno del settore IT e quali opportunità può cogliere al fine di raggiungere la piena uguaglianza di genere in questo settore.
Dalla ricerca realizzata nel 2020 tra le donne che lavorano nel settore tecnologico in Europa, Nord America, APAC e America Latina sono emersi segnali incoraggianti: il 56% delle intervistate ha dichiarato che l’uguaglianza di genere è migliorata all’interno della loro organizzazione negli ultimi due anni, mentre il 70% ritiene che le loro esperienze e competenze sono state prese maggiormente in considerazione, rispetto alla loro appartenenza di genere, durante il processo di selezione.
Tutto questo si è tradotto in una maggiore fiducia da parte delle donne che lavorano nel campo della tecnologia dato che il 69% ha ammesso di essere più fiduciosa e rispettata nella propria opinione, all’interno del luogo di lavoro.
Negli ultimi due anni si è assistito sia a passi in avanti positivi, in termini di cambiamento della mentalità e degli atteggiamenti dei datori di lavoro, che a progressi concreti in riferimento all’ingresso nel settore di un maggior numero di leader IT donne. A tale proposito, il 53% concorda sul fatto che il numero di donne in ruoli tecnologici senior all’interno della propria organizzazione è aumentato negli ultimi due anni. Se da una parte è vero che le donne percepiscono una maggiore considerazione nel posto di lavoro, dall’altra il 44% delle intervistate ritiene che gli uomini facciano carriera più velocemente all’interno della loro organizzazione.
“Uno dei motivi per cui non stiamo realizzando un rapido cambiamento in questo ambito è perché le azioni riguardanti la parità di genere nel settore IT si focalizzano su soluzioni palliative che catturano l’attenzione della stampa, invece di concentrarsi sulle iniziative che potrebbero fare la differenza nella vita professionale delle lavoratrici.”
Dottoressa Ronda Zelezny-Green, co-fondatrice e direttrice di Panoply Digital
Per superare lo squilibrio di genere e favorire una maggiore inclusione delle donne nel settore tech, l’industria tecnologica ha introdotto le quote rosa dimostrando però nel farlo di essere istituzionalmente misogina.
Le quote rosa da sole non bastano ad aiutare le donne a progredire in posizioni di leadership nel settore tecnologico, è necessario adottare misure più efficaci – ha dichiarato la dottoressa Ronda Zelezny-Green, co-fondatrice e direttrice di Panoply Digital.
Sarebbe, dunque, auspicabile implementare le pratiche di “blind hiring” ovvero eliminare i pregiudizi personali nel processo di selezione dei talenti. Tale pratica consiste nel rimuovere le informazioni personali durante il processo di selezione, modificare il linguaggio negli annunci di lavoro per eliminare i pregiudizi sessuali a favore dei candidati uomini, servirsi di comitati di assunzione diversi, di reclutatori addestrati per eliminare i pregiudizi dai processi di assunzione e utilizzare algoritmi creati da team diversi che possano supportare il processo di identificazione dei candidati.
La pandemia COVID-19 e il conseguente passaggio al lavoro a distanza ha aiutato le donne a sentirsi più autonome nei loro ruoli, migliorando sia la loro fiducia che la prospettiva di carriera. Infatti, il 95% delle donne che lavorano nell’industria tecnologica a livello globale ha continuato a farlo da casa in modalità part-time da marzo 2020.
Sebbene il lavoro a distanza abbia facilitato l’uguaglianza di genere e consentito alle donne di raggiungere un livello più alto di autonomia, il 47% di loro sostiene che la pandemia abbia ritardato l’avanzamento della carriera proprio per la difficoltà riscontrata nel conciliare i tempi di vita e lavoro. Il 63% delle donne sposate che lavorano nel settore tech ha dichiarato di avere aiutato i loro figli a fare i compiti, mentre il 60% ha sostenuto di aver svolto le pulizie in casa, una cifra che sale al 70% al Nord America, rispetto ai loro partner.
A causa delle pressioni familiari e domestiche è emerso che, a partire da marzo 2020, il 40% delle donne hanno dichiarato di essere state scoraggiate nel perseguire cambiamenti di carriera, a causa delle difficoltà riscontrate nel conciliare l’attività professionale con la cura dei figli e i lavori domestici.
Sicuramente un buon equilibrio tra vita professionale e vita privata è la chiave per incoraggiare le donne ad intraprendere carriere legate al settore tecnologico e in questo contesto, il lavoro a distanza può giocare un ruolo significativo. Per questo motivo, come ha sostenuto la dottoressa Ronda Zelezny-Green, è opportuno rimuovere tutti quei pregiudizi sociali e familiari che possono costituire un ostacolo alla piena realizzazione delle donne, così come devono essere progettate delle politiche in grado di supportare le donne una volta assunte, a rimanere in quel settore e a progredire.
Pur essendo stati compiuti dei passi in avanti negli ultimi due anni, lo squilibrio di genere che ancora è presente nel settore IT può dissuadere altre donne a formarsi in questo ambito. L’indagine svolta nel 2018 ha evidenziato che soltanto il 19% delle donne è stata incoraggiata ad intraprendere una carriera IT, ispirandosi a modelli femminili che ricoprivano ruoli nel settore tech, mentre il 38% invece ha dichiarato che l’assenza di donne nel settore le ha rese diffidenti a ricoprire questi ruoli.
Dalla ricerca è inoltre emerso che, il 42% delle donne ritiene importanti le testimonianze sui vantaggi che le competenze tecnologiche possono apportare all’interno della società, e costituire un incoraggiamento fondamentale per molte donne ad entrare in un settore in cui oggi sono scarsamente rappresentate.
“Raccontare esperienze diverse sulla necessità della presenza di più donne in ruoli tecnologici, ad esempio in settori come l’Intelligenza Artificiale aprirà il cammino alle donne che vogliono realizzarsi nel settore IT e ricoprire ruoli tech dove noi siamo attualmente sottorappresentate.”
Dottoressa Ronda Zelezny-Green, co-fondatrice e direttrice di Panoply Digital
Per un ulteriore approfondimento sui dati potete consultare il report completo di Kaspersky
Articolo scritto dalla nostra volontaria Valentina Menicucci