Anche quest’anno diamo spazio al Global Gender Gap Report 2022, una fotografia sulla situazione della parità di genere nel mondo. Spoiler! Il report anche quest’anno ci conferma quanto lavoro ancora ci sia da fare e quanto sia ancora lunga la strada per colmare il gender gap a livello globale
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Una strada ancora lunga

Ma quanti anni ci serviranno per arrivare alla parità di genere? In generale facendo una media tra tutti i valori dei 145 paesi coinvolti nella ricerca, ci vorranno circa 132 anni, 4 anni in meno rispetto all’anno scorso. La situazione però è peggiorata di gran lunga dopo la pandemia: infatti prima del 2020 gli anni erano all’incirca 100. Quindi nonostante il miglioramento di quest’anno, ci vorrà tempo per tornare ai livelli pre-pandemici.
Dando uno sguardo alle categorie come politica, educazione, partecipazione economica e salute possiamo notare come ancora ci sia molto lavoro da fare nella politica, un campo in cui il gender gap ha bisogno di 155 anni per essere colmato del tutto. Subito dopo il settore politico, troviamo quello economico, un altro ambito in cui la parità si vedrà tra ben 151 anni. Al primo posto per vicinanza c ‘è l’educazione, con un divario di soli 22 anni che lascia speranza alle generazioni più prossime.
La classifica
Nessun paese anche per quest’anno è riuscito a colmare del tutto il gender gap. La nazione che si aggiudica la medaglia d’oro, per la 12a volta consecutiva è l’Islanda, con una percentuale del 90.8%. Il suo punto forte è quello legato al livello d’istruzione.



Come si classifica l’Italia?
Quest’anno si trova in 63° posizione restando stabile rispetto all’anno precedente con un punteggio di poco più del 70%, valore sotto alla media europea (76.6%)



Cosa si dice sul mondo STEM?
Nonostante negli ultimi 5 anni le donne iscritte all’università in ambiti STEM e poi laureate siano aumentate, le differenze di genere nella scelta dei percorsi continuano ad essere marcate.
Le donne infatti rimangono sottorappresentate di gran lunga nei settori STEM in particolare nei campi dell’ingegneria (6.6% donne VS 24.6% uomini) e ITC (1.7% donne VS 8.2% uomini).
Dall’altra parte la presenza femminile continua ad essere maggiore negli ambiti legati all’educazione, salute e benessere.
Lo sviluppo tecnologico della società, accelerato dalla pandemia, ha creato nuovi modi per formarsi e implementare le proprie conoscenze soprattutto online. Una ricerca condotta da Coursera però evidenzia come i campi STEM, rimangono ancora quelli con una presenza maschile dominante anche in questo nuovo tipo di formazione.
Il divario di genere nell’ambito STEM parte dalle scelte formative arrivando fino a quelle lavorative. Oltre ad essere sottorappresentate nelle professioni STEM uno dei settori che vede più uomini ai vertici è quello della tecnologia. Questo rappresenta un ostacolo per colmare il divario perché il report evidenzia il fatto che maggiore è la rappresentanza femminile in un’azienda, maggiori sono le probabilità che vengano assunte donne sia in ruoli apicali che non. Servono quindi sempre più modelli che possano ispirare a intraprendere una carriera nel settore STEM e politiche attive di inclusione da parte delle aziende che operano in questi settori.
Un accenno alla leadership
I ruoli di leadership, non ci sorprende, sono sicuramente quelli con meno rappresentanza femminile. Nonostante ciò, il report mostra come negli ultimi anni ci siano stati dei miglioramenti: dal 2016 ad oggi la percentuale è passata dal 33.3% al 39.9%.
Nonostante questo miglioramento anche in questo caso non in tutti i settori è avvenuto in modo omogeneo. I livelli più alti li troviamo nell’educazione con il 46% mentre quelli più bassi nel settore delle infrastrutture con il 16%
Perché è fondamentale diminuire le differenze di genere?
Colmare il gender gap rimane uno dei criteri fondamentali per guidare una nazione alla prosperità.
Incoraggiare le pratiche che promuovono il cambiamento significa aiutare non solo le donne, ma tutta la società di oggi e quella del domani a vivere un futuro migliore.