“Il Back end developer, non si vede, è il dietro le quinte” così Doriana Tedone, Junior Back end developer e Loredana Milella, Senior Back end developer, descrivono la loro professione, diversa dal front end developer ma in continua interazione, in un perfetto equilibrio tra ciò che si vede e quello che non si vede nel mondo della programmazione.
Se questo “vedo/non vedo” vi incuriosisce, per questa volta abbiamo puntato il riflettore sulla figura del o della back end developer seguendo le storie, i consigli e le parole delle nostre ospiti in “Un giorno da… back end developer“.
Ecco cosa ci hanno raccontato.
COSA VI HA SPINTE AD ENTRARE NEL MONDO TECH?
Doriana e Loredana sono entrambe back end developer e lavorano per Sidea Group, sono rispettivamente una figura junior, tra lavoro e Università, e una figura senior, con un bel bagaglio di esperienze e importanti responsabilità.
Entrambe però hanno scelto una carriera nel settore tech, spinte dalle loro passioni, dai loro professori a scuola e dall’attitudine alle materie scientifiche e tecnologiche.
Doriana ha seguito un percorso prettamente informatico e oggi si sta specializzando in sicurezza informatica, mentre Loredana ha scelto un altro percorso, sempre ambizioso, quello dell’Ingegneria informatica.
Nonostante percorsi di studi diversi si sono poi ritrovate nella stessa azienda, con lo stesso ruolo, progetti diversi su cui lavorare, nuove sfide da affrontare e cose da imparare!
IN COSA CONSISTE IL RUOLO?
Il ruolo si definisce mentre si lavora ai vari progetti e anche grazie all’esperienza, ed è così che Doriana e Loredana stanno e sono cresciute nel loro profilo. “Il software si compone di varie fasi” ed è così che nel corso della propria carriera professionale come back end developer si può passare dall’essere EM Environment Manager – figura di mezzo tra sviluppatori e tester – alla gestione e realizzazione di infrastrutture più complesse.
QUALI SONO LE COMPETENZE TECNICHE E SOFT NECESSARIE PER CHI VUOLE INTRAPRENDERE QUESTO TIPO DI CARRIERA?
L’università, anche se spesso viene sottovalutata, insegna un approccio al problem solving e al pensiero logico che poi torna molto utile nel mondo del lavoro che invece ti insegna la flessibilità a fare squadra e adattarsi a sfide diverse.
Tra le hard skills di base non può mancare la conoscenza dei linguaggi di programmazione come ad esempio PHP e JAVA, pattern di sviluppo, framework, base di dati e i fondamenti che fanno parte del mondo dello sviluppo.
Tra le soft skills è fondamentale la curiosità, l’approccio al problem solving e la creatività perchè nei progetti spesso bisogna ingegnarsi per fare in modo che un’esigenza di un cliente venga soddisfatta dal software. Infine non possono mancare la capacità di fare squadra, lavorare in team, organizzazione e collaborazione.
MA CHE DIFFERENZA C’È TRA BACK-END E FRONT-END?
Loredana e Doriana spiegano che il Front end è la parte visibile e quindi tutto ciò che impatta l’interfaccia che vedono gli utenti, mentre il back end sta dietro le quinte. Anche se oggi queste figure sono spesso separate in realtà lavorano a stretto contatto in costante comunicazione.
Per andare un po’ più nel dettaglio sulle differenze tra le due professioni e comprendere quale sia il ruolo del* developer, citiamo di seguito i contributi che ci hanno fornito altre due nostre ospiti. Stiamo parlando rispettivamente di Sara Locatelli di Docebo, che è stata ospite della nostra #SheTechBreakfast “Come si diventa Back End Developer” e Sara Casti di Moneyfarm ospite della puntata #SheTechBreakfast “Crescere come BackEnd Developer”.
Partiamo dall’identikit del* Back-End Developer che ci suggerisce Sara Locatelli. Immaginiamo di connetterci a un sito web di una compagnia aerea qualsiasi. Tutto quello che vediamo come utenti, ovvero l’homepage e le altre pagine alle quali accediamo tramite link costituiscono l’interfaccia utente, ovvero quella parte del sito che permette di far comunicare user e sito web. Questa parte, accessibile quindi dal pubblico esterno, viene anche detta Front-End. La parte di Back-End del sito web, come dice il termine stesso, è “tutto ciò che sta dietro” ovvero che non è visibile all’utente finale e consiste nelle logiche della programmazione del sito, nella connessione ai servizi e anche nel collegamento con il database del sito web.
Anche Sara Casti, sviluppatrice ci ha dato la sua visione sul ruolo, raccontandoci anche le tappe principali che l’hanno portata ora ad essere una Sviluppatrice Senior. Sara, che ha iniziato la sua esperienza in Moneyfarm 3 anni e mezzo fa come sviluppatrice junior, si occupa di design, manutenzione e sviluppo delle funzionalità principali della piattaforma. In più ci ha spiegato che in azienda, oltre ai team di delivery dei progetti, sono stati istituiti anche quattro “Chapter”, dedicati ciascuno ad una figura professionale tecnica, quali BackEnd, FrontEnd, Mobile e Testing. L’obiettivo dei Chapter è quello di mantenere e migliorare gli aspetti tecnologici dei propri progetti e il ruolo di Sara, all’interno del “Back End Chapter”, è quello di agire come moderatore e di supportare gli altri sviluppatori del team a migliorare continuamente le proprie performance e skills.
RISORSE, CONSIGLI, CORSI PER CHI VUOLE SVILUPPARE (LA PROFESSIONE)
Interrogate su quali siano i consigli da dare a persone che vogliono abbracciare la professione, Doriana e Loredana di Sidea Group ci hanno fornito alcuni spunti interessanti che abbiamo sintetizzato qui:
- Fare delle Academy come quelle che organizza Sidea, che permettono di confrontarsi con progetti e casi studio reali.
- Fare un ITS oppure corsi professionalizzanti post diploma, dove si fa tanta pratica.
- Per crescere poi è importante entrare nella mentalità “training on the job” che consiste nell’ imparare facendo, affiancarsi a figure senior che spesso in azienda sono disponibili per confrontarsi e fare mentoring.
In più, dalle interviste a Sara di Moneyfarm e a Sara di Docebo sono emersi altri suggerimento interessanti:
- Per le donne che vogliono intraprendere questa carriera è importante non farsi scoraggiare dal fatto di rappresentare una minoranza nel proprio settore. È evidente il gap di genere nella professione ma ciò non si traduce in un gap di capacità o di opportunità, anzi, sempre più spesso si tende a dare attenzione alle tematiche di inclusività e diversity nei luoghi di lavoro;
- Se motivati, questa carriera può essere ricca di prospettive professionali e permettere di mettersi in gioco, porsi obiettivi sfidanti, acquisire autonomia e responsabilità tali da essere mentor di figure più junior in azienda.
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